La Puglia in moto attraverso il gargano regalerà agli amici bikers momenti magici e indimenticabili degni di un territorio come quello pugliese che possiamo annoverare tra i piu’ belli al mondo.

La Puglia in moto attraverso il gargano regalerà agli amici bikers momenti magici e indimenticabili degni di un territorio come quello pugliese che possiamo annoverare tra i piu’ belli al mondo.
in viaggio attraverso il Gargano
Puglia in moto itinerari lungo il Gargano
Inizio itinerario: Bisceglie – Lunghezza itinerario: 184 Km. – Tempi indicativi di percorrenza : 3 ore e 55 minuti – 2 giorno consigliati Arrivo: Rodi garganico
Siamo di fronte al mare, dalla nostra tenda possiamo sentirne il rumore e l’odore del mare che ci avvolge come l’odore di casa; siamo di fronte all’Adriatico, il nostro mare.
Il campeggio che si chiama “la Batteria”è molto grande e bello, apprezziamo la pulizia e l’organizzazione dei bagni oltre che la vicinanza con la riva del mare.
Prima cosa un tuffo nelle acque calde e profonde che cambiano di tonalità man a mano che il cerchio del sole si alza all’ orizzonte. Niente di meglio prima di approcciarsi ad un nuovo viaggio di una bella nuotata tra le acque di questa costa pugliese che ci apprestiamo a scoprire nella sua meravigliosa e selvaggia bellezza.
Il nostro viaggio alla scoperta del Sud riparte quindi dalle coste della Puglia per risalire verso il Gargano; prima tappa Trani che ci attende a pochi chilometri di distanza dopo aver risalito una costa di sabbie bianche baciate dal caldo di questa giornata dal cielo limpido.
Alle nostre spalle ci lasciamo una delle zone più belle d’Italia, famosa per le spiagge di Scalette e Salsello. Un incanto per gli occhi e per l’anima. La zona è anche molto ricca di reperti provenienti dalla preistoria, grotte abitate dall’uomo di Neanderthal e resti di animali del paleolitico.
Bisceglie
Risaliamo verso il nord, circondati dai caldi e avvolgenti colori di una terra luminosa e tutta protratta verso il mare.
Arrivando in prossimità di Trani, “la perla dell’Adriatico” già si ha l’impressione di essere dentro un acquarello. Il sole lambisce le acque e riflette la luce dalle abitazioni rigorosamente bianche. Da lontano svetta il campanile della maestosa cattedrale romanica e, avvicinandoci, siamo accolti dalla caotica e simpatica frensia che accompagna tutte le città del sud.
Trani è ricchissima di bellezze artistiche ed architettoniche. Inserita nella lista delle “meraviglie italiane” ti appare come sospesa sul mare e a questa visione contribuisce anche la collocazione della maestosa Cattedrale romanica che si affaccia direttamente sull’acqua. Guidando lungo le vie e le piazze del centro storico hai subito l’impressione di essere parte di una storia antica ed importante. Il castello svevo a picco sul mare mostra tutta la sua potenza a difesa della città e anche tutta la sua armonia architettonica mentre la cattedrale romanica intitolata a San Nicola Pellegrino, costruita durante la dominazione normanna in tufo calcareo o pietra di Trani, spicca con il suo colore rosato, quasi bianco.
Trani
Usciamo dalla città con la luce negli occhi per proseguire lungo una costa luminosa e calda. Superiamo Barletta, la città della famosa disfida, caotica e bellissima. Stiamo per inoltrarci nel golfo di Manfredonia che dalla foce del fiume Ofanto risale verso il Gargano. Una costa a tratti selvaggia e oserei dire abbandonata ma che regala lunghissime spiagge bianche, forse per la stagione quasi deserte ma meravigliosamente suggestive.
Un territorio dove parallela all’incuria dell’uomo si è sviluppata una natura che non riesce a nascondere la propria esuberante bellezza. Persi nella campagna, superiamo lunghi tratti sabbiosi e tratti di palude in un alternarsi di visioni nuove e inaspettate. Su questa pianura, a Canne, esattamente il 2 agosto del 216 a.C. Annibale Barca e il suo esercito cartaginese si scontrarono con il potente esercito romano in una battaglia rimasta impressa nella memoria collettiva italiana come una delle più cocenti sconfitte della nostra storia.
Giungiamo a Margherita di Savoia nel pieno svolgimento del mercato cittadino che attraversiamo con fatica vista l’affluenza per poi entrare in un territorio molto particolare; quello delle saline omonime, le più grandi in Europa e le seconde al mondo .
Lo spettacolo che ci offrono è decisamente incantevole. Una piana baciata dal sole, acqua a destra e a sinistra attraversata da questa strisce di terra che sembrano procedere all’infinito. Siamo al centro di una terra che l’uomo stenta a dominare. Un territorio difficile e seducente dove l’acqua delle saline si insinua dentro la terra e si alterna a campi coltivati. In lontananza il promontorio della penisola garganica comincia a delinearsi mentre la nostra velocità di crociera cresce grazie alla strada pianeggiante. Superiamo Manfredonia velocemente, direzione Gargano.
spiaggia di Margherita di Savoia
Si inizia a salire circondati da distese di ulivi; il paesaggio è mobile alternando al blu del mare il giallo della terra arsa dal sole, le rocce sopra di noi e il verde delle piante. Si sale verso Mattinata che molle, si adagia allungandosi verso il mare con le sue case bianche.
Proseguendo, improvvisamente dopo un tornante ti ritrovi già ad ammirare a sorpresa la costa dall’alto. Lo Sperone d’Italia inizia ad articolarsi sotto i nostri occhi con le sue sponde scoscese che si protendono verso l’Adriatico. Faggi e cerri che raggiungono anche i 50 metri di altezza ci accompagnano ai lati della strada che tornante dopo tornante, con grande gioia nostra e degli altri motociclisti che ci affiancano, si snoda attraverso il promontorio. Stiamo attraversando la foresta umbra all’interno di una delle aree protette più estesa d’Italia: il Parco nazionale del Gargano che comprende anche le Isole Tremiti.
Qui è pieno di turisti, la giornata è molto calda e invoglia a scendere verso il mare. Da Mattinata risaliamo il promontorio godendoci le curve sempre più strette e le baie spettacolari che si aprono sotto di noi. Solo qui, nel Parco nazionale del Gargano, puoi trovare fitte ed estese foreste di macchia mediterranea così come ripide falesie sul mare, grotte,lagune costiere o altopiani carsici. Tutto questo mentre le nostre Dunlop bruciano l’asfalto scendendo verso Vieste, ma se avete fortuna e andate piano potrete anche aver occasione di intravedere le bellissime orchidee che qui crescono selvatiche e seducenti.
Laguna a Torre porto greco
Prima di arrivare a Vieste una sosta alla Torre Porto Greco costruita nel 1568, una delle torri che si trovavano nel territorio denominato della Capitanata. La torre prende il nome di Porto Greco perché segna l’accesso ad un vero e proprio porto naturale.
Una lunga pausa per godere di questo viaggio e delle emozioni e suggestioni che ci sta regalando. Impossibile descrivere gli odori; dal pino all’aroma salmastro dell’acqua di mare che sale verso l’alto. Anche il vento che qui arriva al suo apice nel primo pomeriggio è dotato di un odore particolare per essere mescolato a quello della terra riarsa dal sole.
Ci spostiamo da Torre Porto Greco alla Torre San Felice, l’ottava del territorio di Capitanata che controlla il tratto più suggestivo del promontorio garganico in prossimità di Vieste, costruita nel 1540. Sotto di noi un’insenatura da sogno, la baia di San Felice con lo stupefacente Architiello Vieste che spunta dal mare disegnando un arco roccioso di inusitata bellezza.
Le insenature si alternano ad altre in un crescendo di grazia e armonia; rocce che affiorano dal mare e grotte a pelo d’acqua. Ultima curva e possiamo ammirare Vieste dall’alto.
Baia di san felice
La famosissima e lunghissima spiaggia che si apre sotto di noi ed in fondo il paese, quasi seduto pigramente su una piccola penisola rocciosa.La sua storia è semplice da raccontare visto che grazie al sua clima mite, come tutta la costa pugliese, è abitata sin dalla preistoria. Vanta un passato che racconta di nemici arrivati dal mare, di assedi difficili, a volte tragici come quello ad opera dei turchi nel 1554 i quali fecero decapitare migliaia di viestani una volta conquistata la città. Greci, romani,bizantini, svevi e Angiò, in ultimo i Borboni e finalmente l’unità d’Italia.
Nella zona più alta di Vieste possiamo ammirare la Cattedrale romanica così come l’imponente castello svevo che ci appare avvicinandoci al paese. Curioso e intrigante il Pizzomunno, il monolite alto 25 metri simbolo della città. Ora possiamo fermarci; si è fatta ora di pranzo e siamo affamati e curiosi di scoprire le capacità culinarie del posto.
Un barettino sulla lunga spiaggia detta del Castello , uno sguardo verso il mare increspato dal forte vento di scirocco che fa di Vieste una rinomata meta per windsurfisti e kiteisti, che riempiono lo specchio d’acqua di fronte a noi pompando le vele alla ricerca della raffica che gli permetta di planare.
Il cielo sembra il mare e il mare sembra il cielo, un unico azzurro per questa giornata di fine estate. Il cibo è ottimo e il sapore dell’olio d’oliva si appoggia sul palato per restarvi. Il mio consiglio è di fermarsi qui in un campeggio o un hotel lungo la spiaggia.
Vieste
Da Vieste riprendiamo la via verso Peschici dove abbiamo deciso di pernottare. Imbocchiamo lo statale 89 anche se consigliamo di riprendere la provinciale 52 che si allunga sulla costa ed è decisamente più bella.
Il cielo si sta coprendo di nuvole e noi abbiamo fretta di trovare un campeggio per la notte. Rientrare nella foresta umbra ha comunque un suo fascino e la strada scorre veloce.
Arriviamo a Peschici giusto in tempo per un tuffo in mare prima che il sole tramonti.
Troviamo posto al Camping San Nicola. Moto e tenda sistemate vicino alla spiaggia, ombrellone e lettini a disposizione; Una bella nuotata e una cenetta a base di pesce fresco nel ristorantino sulla spiaggia; il paradiso esiste ed è qua vicino.
Peschici è una località balneare famosissima anche per la sua qualità delle acque. Un piccolo paese di circa 4000 abitanti abbarbicato sulle rocce che guardano baie e spiagge incantevoli. Siamo quasi alla fine del promontorio e in mattinata prima di ripartire ci godiamo per un ultima volta la vista dall’alto delle scogliere e del mare.
Peschici
Si riprende la via verso il nord, statale 89 che questa volta si snoda lungo la costa regalandoci ultimi scorci di scogliere battute da un mare Adriatico che qui assume le sue tonalità più belle. Attraversiamo Rodi Garganico e l’Oasi Agrumaria che lo circonda. Abbiamo ancora due luoghi da scoprire prima di uscire dalla Puglia e fare ritorno nella nostra amata Romagna: il lago di Varano e il lago di Lesina, ma questa è un’altra storia, un altro momento di viaggio che a breve racconteremo.
Per il momento stiamo correndo lungo la costa pugliese verso l’Abruzzo e poi a Nord. Negli occhi il promontorio del Gargano…….una meraviglia dopo l’altra……. visioni che come in una cartolina non smettono d’accompagnarti ed emozionarti…
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